Il consumatore globale
Come si sono evolute le esigenze del consumatore-tipo negli ultimi anni? Questa la domanda che si sono posti gli esperti all’evento del CIRFOOD DISTRICT, lo scorso 6 Maggio a Milano.
Il Consumatore Globale e la fine del concetto di stile di vita
“Il consumatore oggi è un narratore: ha un’identità forte, sa chi è, come vorrebbe essere e cosa vuole mangiare”. Così Enzo Risso, Direttore scientifico di SWG, ha sintetizzato quanto emerso dal tavolo di discussione “Il consumatore globale”, uno dei sei spazi di riflessione e confronto che hanno coinvolto esperti, enti, istituzioni, start up e ricercatori in occasione della presentazione del CIRFOOD DISTRICT, lo scorso 6 maggio a Milano.
Obiettivo del gruppo di discussione era esplorare caratteristiche, gusti ed esigenze del consumatore-tipo che negli ultimi anni, complice un aumento di interesse dei media nei confronti dell’alimentazione e della buona cucina, dimostra una nuova attenzione nei confronti delle scelte legate al cibo e ai sapori.
Come si sono evolute le sue esigenze?
Questa la domanda che si sono posti gli esperti all’evento del CIRFOOD DISTRICT. Vediamo, dunque, quanto è emerso dalla discussione.
Enzo Risso ha coordinato il tavolo di lavoro a cui hanno preso parte anche Luca Zorloni (giornalista di Wired), Maria Piochi (UNISG), Camilla Archi e Luca Bolognesi (Bella Dentro), Lorenzo Minin (CIRFOOD), Paola Caputo (Politecnico di Milano), Stefano Corsi (Università di Milano), Carlo Maria Recchia (Coldiretti), Fabio Merafino (LifeGate), Luca Ceroni (Progetto ICARO), Massimo Curcio (KPMG) e Giuseppe Castronovo (StreetEat). Punto di partenza della discussione è il consumatore che, nella contemporaneità, presenta caratteristiche peculiari. “È sempre più difficile individuare uno stile di vita prevalente – spiega Risso – ma piuttosto assistiamo all’esigenza di compiere numerose scelte fino a personalizzare quanto si porta in tavola. L’obiettivo è mangiare e bere qualcosa che ci rappresenti e sia parte di una narrazione personale e collettiva”.
Il cibo è infatti un tassello fondamentale dell’identità, sia a livello personale che sociale. I relatori del tavolo di lavoro sul “Consumatore Globale” hanno evidenziato come al concetto di stile di vita corrispondano scelte di consumo guidate dalle affinità, che vengono compiute principalmente per raccontare qualcosa di sé e della propria identità. Da qui deriva l’attitudine del consumatore a ricercare prodotti che veicolano significati e narrazioni.
Durante la discussione inoltre, si è sottolineato come, nell’ambito del food, esistano tematiche che aggregano e tematiche che polarizzano. La lotta contro lo spreco alimentare, ad esempio, orienta le energie verso un unico obiettivo: evitare di gettare il cibo o prediligere alimenti vegetali sono comportamenti che accomunano persone che hanno stili di vita differenti.
Il consumatore contemporaneo, quindi, è narratore e ascoltatore. Cerca le storie di chi produce, predilige cibi differenti ed evita l’omologazione dei consumi, desidera esperienze e lo fa anche quando viaggia, come conferma il boom del turismo enogastronomico.
Il senso “politico” del cibo
Secondo gli esperti intervenuti alla presentazione del CIRFOOD DISTRICT è forte, per il consumatore globale, anche la valenza politica che si cela dietro la scelta di un alimento. Si osserva, infatti, come determinate abitudini di consumo siano un modo per dichiarare la propria posizione rispetto alla società, alla cultura e agli altri. Il cibo, si sottolinea, ha una potente capacità di evocare e suggerire storie e culture ed è visto, dunque, come strumento di integrazione oppure di isolamento tra le persone.
Come spiega ancora il coordinatore del tavolo: “Il cibo combina una dimensione
universale antropologica con un’ entità ambientale, culturale e spazio-esistenziale, che consente di mettere insieme contesto e unicità, richiami comunitari o natii e autenticità individuale, esplorazione dei gusti e recupero della tradizione. Il filosofo tedesco Immanuel Kant ci ricorda quanto sia denso, nel cibo, il legame tra gusto e senso comune, tra soggettività individuale della scelta e interazione con gli altri, tra condivisione e individualizzazione, tra convivialità e originalità”.
Scelte consapevoli tra sostenibilità, prezzo e salute
- servizio (in un’ottica di personalizzazione e iper-personalizzazione dei
consumi, sia nella ristorazione che al supermercato); - sostenibilità (dalla riduzione degli sprechi, al contenimento degli impatti delle
filiere fino ai temi dei packaging); - salute (dal free from al rich, fino alla ricercaai nuovi alimenti benefici per la
salute, si osserva una forte tendenza a considerare la nutrizione come un elemento fondamentale per il benessere); - prezzo (inteso come riconoscimento del valore del cibo);
- sicurezza alimentare (compresa l’esigenza di trasparenza e di tracciabilità rispetto a
provenienza e origine di quanto si consuma).
Si sottolinea, tuttavia, come una considerevole parte dei consumatori sia interessata a conoscere i dettagli di ciò che porta a tavola, ma non abbia una adeguata capacità di leggere, interpretare e dare valore a queste informazioni.
Gli esperti concordano nell’evidenziare in questa contraddizione un elemento su cui investire, anche all’interno del CIRFOOD DISTRICT.
Che ruolo per il CIRFOOD DISTRICT?
A conclusione del tavolo di lavoro, il coordinatore Enzo Risso ha chiesto ai partecipanti di immaginare quale potrebbe essere il ruolo di ricerca e sviluppo svolto dal CIRFOOD DISTRICT, definito come un “centro di sperimentazione che possa esercitare una funzione divulgativa e culturale”. È nata, inoltre, l’idea di operare in network con enti di ricerca e università, individuando però una sua peculiare identità. Il suggerimento è quello di focalizzarsi sulla scoperta e ricerca di temi e argomenti che generano aggregazione
e coinvolgimento, proponendo idee e iniziative capaci di tradursi in una concreta integrazione e momenti di incontro tra le persone. Un centro di scambio e di dialogo, dove narrazioni e identità personali e collettive che guidano i consumi si confrontino e contaminino, innescando i trend del futuro.
Il CIRFOOD DISTRICT potrà così accompagnare il consumatore globale nel domani,
valorizzando il ruolo del cibo come aggregatore e promotore di un’etica di
sostenibilità sociale, economica e ambientale.