Il cibo sincero

Investire sulla cultura dell’alimentazione per far sì che, in maniera capillare, cresca la consapevolezza che il cibo condiziona la salute e la qualità della vita delle persone e della società.

Cultura del cibo e nuovi stili di vita

Investire sulla cultura dell’alimentazione per far sì che, in maniera capillare, cresca la consapevolezza che il cibo condiziona la salute e la qualità della vita delle persone e della società. Questo l’ambizioso obiettivo emerso dal tavolo di lavoro “Il Cibo Sincero”, uno dei sei spazi di riflessione che hanno coinvolto imprenditori,istituzioni,start up, giovani,ricercatori, nutrizionisti, giornalisti ed esperti di alimentazione durante la presentazione del CIRFOOD District a Milano. Come sintetizza Marco Bianchi, divulgatore scientifico e food mentor, coordinatore del gruppo di lavoro: “Oggi manca ancora una vera e propria cultura in questo senso, ma sappiamo quali sono gli ingredienti buoni da cui iniziare: salute, etica e futuro, il tutto sposando i concetti della dieta mediterranea.”

“Il cibo sincero” raccontato ai bambini

I dati presentati durante i lavori hanno evidenziato come, nel nostro Paese, i consumatori scelgano gli alimenti in modo sempre più consapevole, anche in base alle loro proprietà e caratteristiche nutrizionali. Tuttavia, accanto a questa tendenza positiva, è emerso anche  che il 30% dei bambini è in sovrappeso e una parte di essi rischia di sviluppare l’obesità già in età infantile. Queste due condizioni possono determinare lo sviluppo di alcune patologie, per esempio le malattie cardiovascolari, che influiscono negativamente sulla qualità della vita, sia nell’immediato che in futuro, nell’età adulta.

Per questa ragione, come affermano concordi gli ospiti del tavolo di lavoro, è fondamentale raccontare e promuovere l’idea di sana alimentazione direttamente ai bambini, coinvolgendo attraverso di loro anche i genitori e le famiglie. 

L’auspicio è di innescare un vero e proprio effetto domino positivo orientato alla salute. 

Come coinvolgere i bambini?

Educare i bambini a un’alimentazione salutare non è, tuttavia, sempre semplice. In particolare, spesso emergono delle difficoltà a causa della diffidenza che i più piccoli hanno nei confronti di alcuni alimenti, come frutta e verdura. Per raggiungere l’obiettivo, esistono dei metodi d’azione che prevedono l’utilizzo del gioco: “Play to Learn”, per esempio, è una strategia pedagogica che sfrutta elementi ludici per facilitare l’apprendimento. 

Durante l’incontro, si è posta inoltre l’attenzione su quanto sia importante ascoltare le sensazioni che i bambini esprimono mentre assaporano i diversi alimenti. Per i più piccoli, il colore rosso, per esempio, è associato alla fragola e al sapore dolce, il verde, invece, fa pensare al pesto e a un gusto fresco: elementi e informazioni con i quali si possono costruire  racconti e narrazioni che mettano al centro l’input ad alimentarsi in maniera salutare.

Presentare i piatti in maniera accattivante, oppure combinare le forme e i colori dei diversi cibi, attira l’attenzione e la curiosità del bambino che, come confermano i nutrizionisti, è più propenso ad assaggiare anche gli alimenti meno appetibili.

Il gioco è quindi un prezioso alleato, che può guidare i bambini verso le corrette scelte alimentari, in maniera consapevole e attiva.

Cosa possono fare i genitori?

Le strategie suggerite si dimostrano particolarmente efficaci ma non possono prescindere dal coinvolgimento delle famiglie, che devono dare il loro contributo in questo processo di educazione. È importante, per esempio, che i genitori sappiano riconoscere le fonti autorevoli quando si parla di alimentazione. Per questo, è necessario creare una cultura alimentare basata sulle caratteristiche dei cibi, così come sulla loro qualità, anche attraverso una lettura consapevole del prezzo.

Trasformare la “paura” della mensa in risorsa

L’educazione alimentare dei bambini si sviluppa anche all’interno delle mense scolastiche. Durante l’incontro “Il cibo sincero”, è stato nuovamente il coordinatore Marco Bianchi a portare l’attenzione sul tema. Dopo aver raccontato sui propri canali social l’esperienza da “reporter” direttamente nelle cucine delle mense, ha raccolto i commenti che i genitori hanno lasciato sotto ai contenuti pubblicati, constatando una scarsa fiducia nei confronti della ristorazione scolastica.

 La parola mensa, infatti, genera ancora “terrore gastronomico”, poiché è ancora limitata la conoscenza di quanto accade nei centri pasti e nelle cucine delle aziende di ristorazione, nonostante l’importanza del ruolo che ricoprono anche a livello formativo. Le soluzioni a questo problema chiamano in causa tutti gli attori del settore, che devono adoperarsi per comunicare in maniera diretta con le famiglie, raccontando e valorizzando il proprio operato.

 L’esempio portato al tavolo “Il Cibo Sincero” è quello di una mensa in cui è stato introdotto un nuovo piatto a base di polpette vegetariane, una scelta fatta proprio nell’ottica di una proposta più sana. Tuttavia, i bambini hanno inizialmente rifiutato questa pietanza, generando degli scarti. Il suggerimento degli esperti è informare i genitori sulle novità da introdurre nel menù dei bambini, spiegando le ragioni che le hanno determinate, in maniera tale che mamme e papà possano supportare il comune obiettivo e contribuire all’educazione alimentare dei bambini. 

È stato sottolineato inoltre come le informazioni adeguate sulla qualità del cibo possano aiutare sia i bambini che i genitori, ma anche gli insegnanti, a fare scelte più consapevoli e riconoscere quando un alimento è sano. Un modo per contribuire a una nuova valorizzazione dei cibo che, nell’ottica del diritto alla salute e al cibo stesso, è imprescindibile. La conoscenza approfondita del valore intrinseco dei piatti è necessaria per far attecchire e radicare un modello di alimentazione sana.

La scuola, la famiglia e le imprese di ristorazione devono quindi lavorare in sinergia per creare una cultura alimentare, attraverso l’utilizzo di strumenti educativi e ludici, come quelli discussi durante l’incontro.

Questo è uno degli obiettivi del CIRFOOD DISTRICT, che attraverso pratiche di open innovation potrà proporre nuove forme e nuovi stili di conoscenza, edutainment e amore al cibo, già a partire dai bambini.